
Psicologo a scuola: ok, la scelta è giusta, ma serve una visione
Nei giorni scorsi la Regione ha annunciato l’avvio di un progetto sperimentale che prevede l’impiego di 43 psicologi che dovrebbero
Nei giorni scorsi la Regione ha annunciato l’avvio di un progetto sperimentale che prevede l’impiego di 43 psicologi che dovrebbero
Essere giovani oggi non è il privilegio che molti raccontano. Ci dicono che abbiamo tutto: la tecnologia, le libertà, infinite possibilità. Eppure ci sentiamo persi, svuotati, pieni di ansie. Viviamo sotto una pressione costante: dobbiamo essere i migliori, ovunque e sempre, mentre i social ci sbattono in faccia vite perfette e irraggiungibili. Intanto il futuro è incerto, il lavoro precario, la casa un miraggio. Ci caricano di aspettative che non ci appartengono, ci chiedono di sorridere, di non deludere. Ma dentro ci sentiamo soli, inadeguati, invisibili. È ora di cambiare rotta: alzare la voce, pretendere ascolto, costruire spazi per essere davvero visti. Perché dietro ogni silenzio, dietro ogni sorriso forzato, c’è un mondo che chiede solo di essere compreso.
Ad ogni episodio di violenza che vede coinvolti giovani o giovanissimi esplode- via social, ma non solo – l’immancabile corollario di dichiarazioni da parte di politici, esperti di varia natura, ministri ed umanità varia. Quando poi i fatti accadono a scuola, come recentemente avvenuto nel prestigioso Liceo Scientifico Vinci di Reggio Calabria, lo psicodramma collettivo si traduce nella denuncia dell’esistenza di una vera e propria emergenza, senza interrogarsi realmente sulle radici profonde del malessere che riguarda non solo i giovani, ma anche gli adulti di riferimento
La scuola può essere ancora il luogo di una studiosa meraviglia, o la ricerca spasmodica di iscrizioni, le valutazioni, il marketing scolastico sono un inganno che conduce al tradimento della sua missione essenziale?
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