Il volontariato fa scoprire una nuova prospettiva sul mondo: ne sono convinte le cinque volontarie in Servizio Civile presso l’Agape, che raccontano l’esperienza di umanità e condivisione vissuta nella Casa-famiglia che ospita persone con disabilità intellettive
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“Guarda, tra le tante esperienze che ho fatto in quasi un anno di servizio civile, la giornata che abbiamo trascorso a Villa Falco è stata una delle più entusiasmanti”. A parlare così, interpretando il pensiero di tutte, è Elisabetta, una delle cinque volontarie in Servizio Civile presso l’Agape (le altre sono Selena, Fabiana, Alessandra e Serena), alle quali abbiamo chiesto di raccontarci cosa ha avuto di speciale la giornata vissuta presso la casa-famiglia Villa Falco, che ospita dodici adulti con disabilità intellettiva. La Casa è gestita dalla Piccola Opera Papa Giovanni e si trova ad Annà di Melito Porto Salvo. (N.B.:Le foto a corredo dell’articolo riproducono alcune delle opere realizzate dagli ospiti)

Andiamo con ordine, qual è stata la prima impressione che avete avuto?
Elisabetta: Quella di trovarci in un contesto familiare, che va ben oltre la pur fondamentale attività di cura delle persone, un ambiente capace di favorire il recupero, la dignità e l’integrazione sociale degli ospiti.

Raccontateci i momenti più significativi della giornata
Selena: Siamo state accolte con una recita teatrale organizzata dagli operatori e dagli ospiti della struttura. In scena, ognuno ha pronunciato una parola per descrivere il luogo che chiamano casa: “riscatto, amore, amicizia, felicità, accoglienza”. Parole semplici, ma cariche di significato.
A seguire, la proiezione di un video realizzato dalle volontarie del Servizio Civile Universale in servizio proprio presso Villa Falco (delle nostre “colleghe”, insomma), che ha descritto in immagini e sorrisi otto mesi di impegno, emozioni e legami nati nel tempo. Un momento vissuto con commozione, tra ricordi e nuove consapevolezze.
Poi abbiamo visitato la casa, e lungo il percorso siamo rimaste colpite da quello che abbiamo visto realizzato nei laboratori: manufatti in carta, argilla, legno e das. Un modo per esprimere sé stessi, ci hanno spiegato gli operatori, ma anche per costruire competenze e valorizzare abilità spesso inascoltate. Gli operatori hanno condiviso la storia della struttura e il grande lavoro che ogni giorno viene portato avanti con passione per promuovere l’inclusione sociale.

Una curiosità: qual è il rapporto della struttura con il contesto di Annà?
Fabiana: Per descriverlo, ti basti sapere che il momento conviviale si è svolto nella piazzetta antica di Melito Porto Salvo, dove un pranzo offerto dalla Casa-famiglia ha trasformato la giornata in una vera festa. Tra musica e balli, il momento è stato reso ancora più speciale dalla performance di un ospite della struttura, che ha mostrato la sua passione per la giocoleria, disciplina che consiste nel lanciare e riprendere più oggetti in aria con straordinaria abilità. Un talento che ha strappato sorrisi e applausi, mostrando quanto ogni persona abbia qualcosa di unico da offrire. Un’esperienza coinvolgente che ha lasciato un segno profondo nei presenti, rafforzando il senso di comunità e inclusione.

Alla fine, cosa portate a casa da questa esperienza?
Alessandra: L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di crescita per tutti: per gli ospiti, per gli operatori e, soprattutto, per noi che abbiamo potuto immergerci in una quotidianità fatta di relazioni autentiche, rispetto e cura. Dopo nove mesi di servizio, questa giornata ha rappresentato una tappa speciale nel nostro percorso di crescita personale e umana.

Su una scala da uno a dieci, in che misura consigliereste l’esperienza del volontariato e del servizio civile ad un’amica?
Serena: Direi dieci. La visita a Villa Falco e tante altre esperienze che abbiamo fatto in questi mesi sono la dimostrazione concreta del valore del volontariato, un’attività che fa bene a chi riceve, ma ancora di più a chi dona. E allora, perché non provarci? Basta poco per fare la differenza: un po’ di tempo, la voglia di mettersi in gioco e un cuore aperto: il vero cambiamento parte da piccoli gesti.
Il volontariato ti fa scoprire una nuova prospettiva sul mondo, entri in contatto con storie che toccano l’anima e fa costruire legami che durano nel tempo. In questi mesi abbiamo compreso nel profondo quanto sia ancora viva la lezione di Don Italo Calabrò: “Nessuno escluso mai” è una frase che oggi più che mai suona come un invito, un richiamo ad agire. Perché l’inclusione non è solo un valore da celebrare, ma una responsabilità da condividere.
