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L’accoglienza a Riace è stata solidarietà e non malaffare

La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha assolto Mimmo Lucano da tutte le accuse più gravi (associazione per delinquere, truffa, peculato) per le quali era stato condannato in primo grado a 13 anni e due mesi, restituendo legittimità anche formale alla straordinaria esperienza di accoglienza realizzata da un sindaco visionario nel paesino ionico

Se preferisci, ascolta l’audioarticolo

di Mimmo Lucano*

Questa sentenza è la fine di un incubo che in questi anni mi ha abbattuto tanto e offeso.

Sono felice perché non ho deluso le persone che hanno condiviso sofferenze, hanno condiviso speranze e ora hanno avuto un momento di gioia.

Normalmente quando ci sono queste vicende giudiziarie si perde tutto, nessuno ti dà più credibilità. Invece dal primo istante la percezione di sostegno che ho avuto, e che subito si è rafforzata ovunque, è stata straordinaria ed appartiene alla dimensione di un ideale politico dell’uguaglianza sociale, del rispetto dei diritti umani, della fratellanza.

Il viaggio che ho fatto non è nato per buonismo, è stato un viaggio politico, perché io ho cominciato fare accoglienza in quanto attivista del Movimento di liberazione del popolo curdo, mi sono legato alle loro istanze, ho conosciuto dei compagni che hanno dato la loro vita per questo. Io appartengo ad una idea politica le cui icone sono  Giuseppe Valerioti, Peppino Impastato, Pio La Torre.

Mimmo Lucano

Le tappe di un incubo

E’ una vicenda che ho vissuto con tanti stati d’animo differenti. L’ho vissuta come un incubo, perché non riuscivo ad avere piena consapevolezza di quello che mi stava capitando.

Sono stati tanti eventi che si sono susseguiti. Quando rimanevo da solo pensavo, rimuginavo quello che avevo vissuto, lo confrontavo con quelle che erano le sentenze, perché c’è stata una progressione.

Tutto inizia con degli avvisi di garanzia che poi l’anno dopo diventano arresti domiciliari, e poi obbligo di non dimorare a Riace, e poi sospensione da Sindaco quando il mandato non era ancora concluso.

Insomma, tante fasi giudiziarie e poi arriviamo all’epilogo più drammatico per me sul piano emozionale, che è stato il 30 settembre del 2021, quando sono stato condannato a 13 anni e due mesi e mi sembrava che tutto il mondo mi crollasse addosso.

La ripartenza

Poi, piano piano, la ripartenza. La ripartenza, quel non interrompere l’esperienza, perché ho pensato ma non vogliono me, io non ho fatto questi reati che mi contestano. Non vogliono me, vogliono le idee che rappresento.

Io non lo so se il giudice ha avuto proprio questa intenzione ,ma io non finirò mai di ringraziare Luigi Manconi della Fondazione a Buon diritto di Roma, che ha promosso una raccolta fondi finalizzata al pagamento della sanzione pecuniaria che mi è stata inflitta, e abbiamo fatto rinascere il Villaggio Globale con tanti nuovi arrivi che ci sono stati.

Poi abbiamo recuperato la scuola, l’asilo, la mensa sociale, la fattoria sociale: abbiamo fatto rinascere l’accoglienza e quindi quel trenta settembre aveva prodotto comunque degli aspetti positivi!

E questo è un messaggio che voglio trasmettere a tutti: anche nelle circostanze più difficili si può trovare la luce.

Un grande equivoco

Io ero accusato di reati che confrontavo con il mio vissuto, con la mia realtà e mi dicevo: mi accusano di peculato (reato del pubblico ufficiale che si appropria di beni o denaro altrui – ndr) ma c’è un equivoco, perché qui le cose non sono di mia proprietà, anzi io ho avuto la funzione di garantire l’utilizzo sociale di quello che avevamo costruito con i fondi destinati per l’accoglienza.

Un equivoco che gli avvocati, che non finirò mai di ringraziare, hanno capito bene; i progetti di accoglienza dello SPRAR parlano di accoglienza integrata. I laboratori medici, la fattoria sociale, il frantoio, ecc., servono per l’accoglienza degli immigrati, non hanno mai avuto una dimensione privata. Queste cose le ho dette sempre e le ho anche scritte.

Ho cercato anche di spiegarlo al colonnello della Guardia di finanza che ha fatto l’indagine.

Tratto dal quotidiano La Stampa

Riace insegna che l’immigrazione può essere una risorsa

Forse non sono stato sufficientemente convincente anche con i presidenti della Regione Calabria per dire loro che gli SPRAR la Calabria li potrebbe fare anche con i fondi destinati alla nostra regione a prescindere dal livello nazionale, perché si potrebbero realizzare tante attività, e dare la possibilità ai rifugiati di avere accoglienza ed integrazione.

L’accoglienza non può basarsi su una dimensione passiva, dove soltanto mangi e dormi.

Chi è che arriva da noi? Chi scappa dalle guerre, dalla fame, dalle carestie, dall’emergenza climatica, dalle malattie.

Il messaggio straordinario è che l’immigrazione invece di essere un problema e uno strumento di propaganda politica per acquisire consenso elettorale, può essere una risorsa.

Il Villaggio Globale di Riace è stato immaginato per il dopo dei progetti, perché i servizi annessi all’immigrazione fanno rinascere i luoghi ma sono utili anche per i rifugiati.

A questo punto spero che pure la Rai si ricreda e mandi in onda la famosa fiction girata con Giuseppe Fiorello.

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*Questo articolo è una nostra sintesi di due interviste rilasciate da Mimmo Lucano subito dopo la sentenza a Reggio TV e a Radio Roccella

Ringraziamo le due emittenti per la disponibilità concessa di utilizzare i servizi da loro prodotti.

Le interviste integrali possono essere visualizzate come di seguito indicato:

NEM - Nessuno Escluso Mai
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