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A oltre duemila anni dalla nascita di Gesù è ancora strage degli innocenti

In Medio Oriente si sta consumando una tragedia senza fine, dove sono i bambini a pagare il prezzo più alto

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L’attacco di Hamas ai villaggi israeliani del 7 ottobre scorso e la successiva invasione di Gaza da parte del governo Netanyahu sono due eventi devastanti che hanno innumerevoli implicazioni umanitarie, etiche, geopolitiche, militari, culturali e perfino religiose.

Non è questa la sede per affrontarle, e peraltro non avrei nemmeno la capacità e le competenze per farlo.

Siccome però siamo alla vigilia di Natale, la festa cristiana che celebra la nascita di Gesù, io voglio limitarmi a parlare del 7 ottobre e di Gaza solo con riguardo ai bambini.

Il Vangelo secondo Matteo racconta un episodio (la cui storicità è però messa in dubbio dalla maggior parte degli studiosi) noto come “La strage degli innocenti”.

Si tratta del massacro dei bambini di Betlemme ordinato da Erode, re della Giudea, al fine di uccidere Gesù, della cui nascita era stato informato dai Magi. Uccisione alla quale Gesù sfuggì grazie alla fuga in Egitto dei suoi genitori.

Uno dei bambini rapiti da Hamas

Nuovi Erode sono in azione

Il racconto è entrato a far parte della tradizione occidentale e cristiana, e viene evocato per descrivere la morte violenta di bambini innocenti, uccisi dalla sete di potere, vittime inconsapevoli dell’odio che alimenta piani di potenza e di dominio che non si fermano davanti a nessun ostacolo.

Da questa breve e sommaria ricostruzione emergono con prepotenza parole che da settimane ormai rimbalzano nelle cronache di giornali e televisioni: bambini, innocenti, strage.

Lo spettro di moderni Erode si aggira nei territori che hanno visto la nascita di Gesù e che sono teatro di una violenza indicibile.

Ho letto e sentito dotte analisi sui perché e sui percome della nuova crisi in medio Oriente, ma qualunque siano le ragioni dei contendenti non ci può essere giustificazione alcuna alle violenze inflitte ai bambini, al loro rapimento, al loro ferimento, alla loro uccisione, perché i bambini, proprio in quanto tali, hanno un elemento costitutivo incontrovertibile: sono innocenti, tutti i bambini sono innocenti, e le violenze e le morti inflitte loro, sia in tempo di pace che di guerra, possono essere tollerate solo in quanto accidentali e non volute.

Perciò Hamas (Hamas, non i palestinesi!) non ha giustificazione per quello che ha fatto il 7 ottobre e anche dopo nei confronti dei bambini; e lo Stato di Israele (lo Stato, non gli ebrei o israeliani che dir si voglia) non ha giustificazione alcuna per la violenza e la morte che ha scatenato contro i bambini dopo l’attacco di Hamas.

Non regge nemmeno, da una parte e dall’altra, il tentativo di giustificare le azioni criminali condotte senza riguardo contro i civili affermando che tanto la popolazione di Gaza che i civili dei kibbutz israeliani sono complici dei rispettivi governanti e quindi legittimi obiettivi di guerra: nell’un caso e nell’altro i bambini non c’entrano, perché i bambini sono innocenti, punto e basta.

L’esodo biblico imposto alla popolazione di Gaza

Il balbettio della politica italiana

Davanti a questo scenario, lascia sbigottiti il balbettio della politica italiana.

Ad un Governo scodinzolante e subalterno, incapace di coniugare la fedeltà all’alleanza occidentale con l’altrettanto ferma e decisa salvaguardia dei diritti umani (che sono, o dovrebbero essere, dei caposaldi di quella stessa alleanza), fa da contraltare una opposizione che si accontenta di farsi vedere in qualche sparuta manifestazione di piazza giusto per far finta di essere sul pezzo, ma incapace di assumere iniziative forti e mobilitanti.

Era ed è così difficile sostenere in tutte le Sedi internazionali una realistica e chiara posizione basata sull’immediato rilascio degli ostaggi, la fine dei combattimenti o, quanto meno, una significativa tregua umanitaria e l’eventuale ripresa del conflitto nel pieno rispetto del diritto internazionale in materia di protezione della popolazione civile?

Sono certo che appena gli USA si orienteranno su questa posizione o una similare, anche l’Italia, improvvisamente, si scoprirà pugnace sostenitrice della “svolta”!

Tutto ciò accade perché i nostri politici sono insensibili o inadeguati? No, accade perché essi sono il più che naturale prodotto istituzionale di un popolo disilluso, sempre più pervaso da una cultura individualista, che concepisce un “noi” limitato al massimo al proprio nucleo familiare, alla propria ristretta cerchia amicale/associativa  o poco più.

D’altra parte, se noi che viviamo in un Paese che è la nona economia del mondo non siamo capaci nei nostri quartieri e nelle nostre città di difendere il diritto dei bambini ad usufruire di asili, scuole a tempo pieno, strutture ludiche e sportive (tutte cose fondamentali per la crescita negli anni dell’infanzia); se non siamo capaci di contrastare le politiche che trascurano le necessità elementari di bambini che vivono in famiglie povere, perché dovremmo sentirci interpellati e mobilitarci per le sofferenze di bambini vittime di violenze e stragi sull’altra sponda del Mediterraneo?

Siamo un Paese che abbonda di influencer e populisti, mentre latitano leader e profeti di speranza.

Gli unici rimasti sulla Piazza sono Mattarella e Papa Francesco, ma il primo è imbrigliato dal ruolo istituzionale, il secondo non se lo filano nemmeno molti dei suoi nelle curie e nelle parrocchie.

Così finiamo con l’aggrapparci a comici ed attori. alcuni dei quali trovano il modo di ricordarci, come ha fatto Cortellessi nel suo ultimo bellissimo film “C’è ancora domani”, che i valori ed i diritti contenuti nella Costituzione, se vissuti collettivamente, sono anche e soprattutto un progetto di futuro.

Buon Natale e Buon Anno, nella speranza che……….(completate voi)

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L’immagine di copertina di questo articolo è un particolare de “La Strage degli Innocenti“, un dipinto di Guido Reni risalente al 1611, custodito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna

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