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Sull’inclusione sociale le parole non bastano

Elezioni e programmi. Le tematiche relative all’inclusione sociale non sono state trascurate dai programmi dei partiti e delle coalizioni; in tutti però mancano due “fogli” fondamentali per dare credibilità alle svariate proposte formulate

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Non c’è solo il Reddito di Cittadinanza (al centro di un nuovo scontro tra chi vuole difenderlo, chi abolirlo e chi modificarlo) nell’agenda sociale dei partiti. Se si dà un’occhiata ai programmi depositati (che potete trovare qui), ci si accorge che sono numerose le proposte formulate. Per agevolare il lettore, abbiamo predisposto una scheda riepilogativa delle principali promesse dei partiti che al momento vengono dati oltre o vicinissimi alla soglia del 3% che consente l’accesso al Parlamento (che potete visualizzare qui).

Confesso che la sintesi dei programmi è stata alquanto faticosa e che a leggere la selva di proposte ci si smarrisce. Ma al di là della prolissità di tanti programmi (per fortuna qualcuno ha avuto pietà degli elettori e dei commentatori ed ha stilato anche dei fogli riepilogativi), quello che colpisce è la sistematica mancanza della quantificazione della spesa prevista e delle relative coperture.

Nessuno mette in dubbio la validità e la necessità di interventi incisivi sulla scuola, la salute, la disabilità, la povertà economica ed educativa, ed è fuori discussione che molte delle singole proposte contenute nei vari programmi, prese una ad una, siano fattibili e sostenibili. Ma il  punto è che, esaminati nel loro insieme, tutti i programmi sono il solito libro dei sogni irrealizzabile, buono al massimo per i dibattiti elettorali, per poter dire “nel nostro programma noi abbiamo previsto che…”, perché raramente è precisato il costo di ciascuna proposta e mai la fonte certa ove attingere le risorse necessarie a farvi fronte (a parte il ricorrente ed ormai ridicolo richiamo alla “lotta all’evasione”, che peraltro il Centrodestra non può nemmeno usare, visto che ripropone l’ennesimo condono,  ribattezzato “pace fiscale”).

Dei leader politici seri hanno il dovere di prospettare ai cittadini, ai corpi intermedi ed allo stesso (ripetutamente evocato nei programmi) Terzo Settore, non solo il foglio del che cosa (quale problema intendono risolvere) e quello del come (con quali iniziative e riforme), ma anche il foglio del quanto (i costi da affrontare) e quello del dove (dove si reperiscono le risorse).

Perciò sarebbe quanto mai opportuno che ogni raggruppamento o forza politica, con trasparenza e senza inutili prese in giro, indicasse nel campo delle politiche sociali (ma il ragionamento vale anche per gli altri settori) le proposte ritenute prioritarie per le quali sia in grado di determinare il fabbisogno finanziario e le relative coperture di spesa.

In caso contrario il rischio è quello di dare ragione al mitico Cetto La Qualunque, che dopo la presentazione dei programmi pare abbia deciso di ritirarsi definitivamente dalle scene, visto e considerato che ormai, verrebbe da dire “senzadubbiamente”, quanto a promesse roboanti e farlocche la realtà ha superato abbondantemente la finzione.

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