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Non solo mimose

L’8 marzo in bilico tra commemorazioni, consumismo e azioni concrete

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Domenica scorsa è stata una giornata memorabile per Reggio Calabria.

Malgrado fosse festa, in tutti i contesti istituzionali, sociali, scolastici, religiosi e perfino nelle case è stata una giornata di grande impegno e mobilitazione.

Adesso non ricordo bene chi ha avuto l’idea, ma il tema sì: il tema è stato “Non solo mimose”, e l’impegno per ciascuno è stato quello di progettare iniziative o attività concrete per promuovere l’autonomia delle donne e la parità di genere.

Chi l’ha ideata – e, ripeto, non ricordo bene chi – ha lanciato un messaggio semplice, diretto, inequivocabile.

Basta, si è detto, con queste giornate tra il commemorativo ed il consumistico.

Volete che anche quest’anno l’8 marzo sia la ricorrenza in cui sia consentito a giornali che da mesi hanno dimenticato le donne dell’Iran che rischiano la vita ed il carcere per opporsi al dispotico regime islamista, rifiutando di coprirsi il capo e gridando “Donna, Vita, Libertà”, di lavarsi la coscienza pubblicando qualche tardivo editoriale o reportage? 

E per gli uomini sarà sufficiente regalare mimose alle “donne di casa” – fidanzate, mogli, mamme o figlie che siano – magari “concedendo” loro la serata libera per spassarsela con le amiche?

E per le donne basterà andare in piazza con la mimosa tra i capelli e gridare “Siamo tutti Giulia, mai più”?

E a chi rappresenta le istituzioni pubbliche potrà bastare la partecipazione all’ennesimo convegno di “esperti” sul tema o il consueto vuoto messaggio di circostanza?

No, è stato detto, quest’anno non può andare così, non ci può bastare, bisogna immaginare azioni concrete che, per dirla con Paola Cortellesi, creino le condizioni per un domani migliore dell’oggi.

E, incredibilmente, il miracolo si è avverato.

Al Comune il Sindaco metropolitano ha promosso un incontro al quale hanno partecipato la vicepresidente della Giunta regionale, la Commissaria dell’ASP, il Direttore dell’Agenzia dei Beni Confiscati, il Commissario dell’Aterp, il presidente dell’ATAM, gli assessori al Bilancio, al Welfare, alla Scuola ed alle pari opportunità oltre che il portavoce del Terzo settore (per la co-progettazione hanno spiegato).

Ne è venuto fuori un programma di cose concrete come non se ne sono mai visti in riva allo Stretto. Per ragioni di spazio citiamo solo le cose più importanti: individuazione dei fondi comunitari, nazionali, regionali e comunali da destinare alla realizzazione di almeno 15 Asili Nido per raggiungere la copertura del 33% prevista dalla Comunità europea; tempo pieno in tutte le scuole materne e nelle scuole ex elementari ed ex medie così da favorire, oltre alla crescita dei bambini, anche l’autonomia delle mamme ed il loro inserimento lavorativo.

Per donne sole in difficoltà o vittime di violenza con minori a carico: messa a disposizione di alloggi a titolo gratuito o a canone agevolato; scuolabus gratuito; abbonamenti di libera circolazione sui mezzi pubblici; supporto psicologico specifico e dedicato.

Per tutte le donne che non studiano e non lavorano: specifico programma regionale di formazione professionale con il coinvolgimento dell’imprenditoria locale e della galassia del Terzo Settore.

In contemporanea c’è stata anche una riunione di tutte le organizzazioni datoriali del commercio e dell’artigianato con i sindacati del settore che hanno siglato un patto rivoluzionario per il nostro territorio: immediata parificazione del trattamento economico tra uomini e donne, pieno riconoscimento di straordinari e riposi supplementari per il personale impegnato in turni serali e festivi, esclusione dalle organizzazioni datoriali dei titolari di aziende che corrispondono retribuzioni reali inferiori agli importi riportati in busta paga.

Ma è stata una domenica d’impegno anche nelle scuole, specialmente per le classi terza, quarta e quinta di quella che una volta chiamavamo scuola Superiore. Qui dirigenti scolastici, docenti, rappresentanti degli studenti e dei genitori– potendo contare (grazie all’ASP) sulla disponibilità di figure professionali come gli psicologi, e (grazie ad alcune Banche e Fondazioni bancarie)  sulla disponibilità di esperti in materia finanziaria – hanno deciso di avviare subito due percorsi di formazione : uno sull’autonomia finanziaria ( conoscere e gestire gli strumenti bancari base come conti correnti, carte di debito, credito, ecc.) ed uno sull’educazione all’affettività ed al rispetto della libertà della donna di dire no (come saper dire no e come accettare un no) e sulla capacità di capire quando una relazione rischia di diventare tossica e pericolosa ( rispetto della libertà del partner, uso dei social e della tecnologia e sistemi di controllo, ecc.).

Una Banca addirittura è andata oltre, annunciando che per l’8 marzo lancerà il Conto Corrente “Io faccio da me”, attivabile a zero costi da tutte le donne e rigorosamente NON cointestato!

Anche in Curia è stata una domenica tutt’altro che di riposo. Nel pomeriggio l’Arcivescovo ha convocato i suoi quattro vicari episcopali ed ha dato loro mandato di elaborare entro il corrente mese di marzo un documento-guida che rafforzi nell’attuale catechesi degli sposi le tematiche della parità di genere, del rispetto dell’autonomia e della libertà di scelta delle donne anche in caso di mancata condivisione coniugale, della suddivisione dei carichi familiari ( ivi comprese le attività di cura dei congiunti ), del riconoscimento e valorizzazione del fondamentale apporto della donna all’economia familiare anche quando ella non svolga un’attività professionale.

Il suono dei grilli

Infine, si è avuta notizia di una animata discussione in una riunione di genitori di ragazzi di 10/13 anni incentrata su tre questioni fondamentali per quell’età: la paghetta; la scelta degli studi; la pratica sportiva.

Si dice che l’incontro sia stato piuttosto animato, ma che alla fine tutti si siano convinti che le cose giuste da fare sono: aiutare i maschi a tenere a freno la loro fisicità ed esuberanza educandoli alla gentilezza nei confronti delle ragazze; riconoscere pari importo di paghetta a maschi e femmine; riconoscere che non ci sono sport adatti solo ai maschi o solo alle femmine, ma che occorre assecondare le inclinazioni di ciascuno; ancor di più non ci sono studi a cui le ragazze non possano accedere e brillare, ivi compresa l’area STEM.

Ad un certo punto però, al termine di questo diluvio di notizie, ho sentito un ripetuto frinire di grilli: era la mia sveglia, toccava alzarsi.

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