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Il naufragio della nostra umanità

Per coloro che scappano da guerre e persecuzioni, come i naufraghi di Cutro, l’asilo e la protezione umanitaria sono diritti sanciti dalla Costituzione. Per i partiti, i movimenti, le associazioni, le organizzazioni laiche e cattoliche, i sindacati che si riconoscono in un’idea di Paese democratico e solidale è tempo di iniziative politiche concrete, anche per non diventare complici di stragi annunciate

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Davanti a quella fila interminabile di feretri, a quelle bambole ed a quei pupazzetti poggiati sulle bianche bare dei bambini, a quei morti anonimi identificati con una sigla alfanumerica, davanti alle onde ed ai rottami sfasciati, c’è chi prega e chi maledice, chi accusa e chi si giustifica, chi fa a scaricabarile e chi va cercando capri espiatori prima ancora di accertare i fatti, chi spara a ruota libera ciniche fesserie – come il ministro Piantedosi – e chi, come di consueto, individua la Grande Responsabile di tutto: l’Europa!

Il Presidente Mattarella che rende silenzioso onore alle vittime di Cutro, salva almeno in parte l’onore di uno Stato mal rappresentato ad altri livelli

Oh, sì, la Comunità Europea ha sicuramente grandi responsabilità in materia di gestione del fenomeno migratorio, e però è troppo comodo additarla come la responsabile quasi unica di questa ennesima carneficina, quando le responsabilità sono molte e diffuse nel nostro Paese ad ogni livello (non solo politico), come cercherò di dimostrare nelle prossime righe, mentre da giorni mi ronza in testa la parafrasi del ritornello di una famosa canzone di De André : anche se noi ci crediamo assolti, siamo per sempre coinvolti!

La proposta di iniziativa popolare “Ero straniero”

Sei anni fa, il  27 ottobre 2017, veniva presentata in parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare (promossa da Radicali italiani insieme alla Fondazione Casa della carità « Angelo Abriani », ACLI, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A buon diritto, e sottoscritta da oltre novantamila cittadini) , denominata “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”.

Come si legge sul sito dei Radicali Italiani, essa si componeva di 8 articoli e prevedeva:

-l’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di
occupazione e attività d’intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari;

-la reintroduzione del sistema dello sponsor;

-la regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”;

-nuovi standard per riconoscere le qualifiche professionali;

-misure per l’inclusione attraverso il lavoro dei richiedenti asilo;

-il godimento dei diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati;

-l’uguaglianza nelle prestazioni di sicurezza sociale;

-maggiori garanzie per un reale diritto alla salute dei cittadini stranieri;

-l’effettiva partecipazione alla vita democratica col voto amministrativo e l’abolizione del reato di clandestinità.

Si tratta di una proposta di legge che, se fosse stata approvata, avrebbe consentito il superamento della legge Bossi-Fini e l’apertura di canali sicuri e legali d’ingresso in Italia, col duplice risultato (già testimoniato dalle iniziative precorritrici dei “corridoi umanitari” della Comunità S.Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Tavola Valdese e Caritas) di evitare o almeno limitare le stragi del mare e favorire l’incontro domanda/offerta di lavoro in alcuni settori dell’economia nazionale che necessitano di manodopera che non riescono a reperire in loco.

Una proposta di fatto lasciata morire

Ed invece non è andata così. La 17ma legislatura, infatti, si è chiusa a marzo 2018, qualche mese dopo la presentazione della proposta, che però non ha avuto fortuna nemmeno nella successiva 18ma legislatura ( diversamente dalle altre, infatti, le proposte di legge di iniziativa popolare restano in vigore per due legislature), durante la quale si sono tenute soltanto dieci audizioni in Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati, tra l’11 aprile 2019 ed il 4 marzo 2020.

Siccome però siamo un popolo di corta memoria, è bene ricordare che il periodo in cui si è discusso della legge ha visto la presenza di due diverse maggioranze di governo, seppure presiedute dallo stesso primo ministro: il Conte 1( maggioranza Lega- 5 Stelle) , ferocemente schierato contro qualsiasi politica di accoglienza (ricordate i famigerati Decreti sicurezza, Salvini sulle motovedette e la grillina accusa di “Taxi del mare” rivolta alle ONG?); ed il Conte 2 ( con 5 Stelle, PD e centristi), che, malgrado la conversione di Conte sulla via del Che Guevara, non ha trovato il tempo ed il modo di dare seguito ad una iniziativa proveniente dalle migliori energie della  società civile e dell’associazionismo italiano laico e cattolico: si badi che l’ultima volta in cui si è parlato della proposta in Commissione parlamentare è stato il 4 marzo 2020, mentre la legislatura si è chiusa a settembre 2022.

Ma non è solo colpa della politica

C’è comunque da dire che non solo partiti ed esponenti politici che a parole da anni si dicono favorevoli ad una civile ed ordinata gestione dell’immigrazione, ma anche il mondo sindacale e dell’associazionismo (ad esclusione di quello più direttamente impegnato sul fronte immigrati, come abbiamo anche ricordato in un precedente articolo su NEM) ha dimenticato questa emergenza umanitaria.

Certo, c’è stata la tragedia del Covid, ma essa da sola non basta a giustificare il silenzio e la tolleranza nei confronti di una politica europea e nazionale che delega a suon di miliardi alla Turchia il blocco in condizioni disumane dei profughi asiatici ed alla Libia quello dei profughi africani ( in quest’ultimo caso rendendosi complici di reati di competenza della Corte penale internazionale dell’Aia come omicidio, riduzione in schiavitù, privazione della libertà, tortura, stupro e altre forme di violenza sessuale, sparizione forzata di persone).

E non c’è giustificazione specialmente nei confronti dei profughi della rotta balcanica (siriani, afghani, kurdi, ecc.), che hanno un diritto costituzionale ad essere accolti nel nostro Paese.


Il diritto d’asilo

Infatti, il secondo comma dell’art. 10 della Costituzione italiana recita :“La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali”; mentre l’art. 14 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, recepita dall’Italia, afferma che “Ogni individuo ha il diritto di cercare in altri paesi asilo dalle persecuzioni”; ed infine, il terzo comma dell’art. 10 della Costituzione sancisce che “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”.

Serve altro per convincere anche alcuni analfabeti giuridici che ci governano che chi scappa da guerre, violenze sistematiche di genere, persecuzioni, ha diritto di essere salvato ed accolto?

E guardate che da un po’ di tempo ormai non regge più nemmeno la giustificazione economica, il famoso lamento “non possiamo accoglierli tutti”. Come ha infatti documentato il sito Openpolis, al 31 dicembre 2021 erano ben 20.235  i posti liberi nei Centri di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati! E pur dando per scontato che una parte di tali posti siano stati occupati nel corso del 2022, certamente margini ce ne sono per non far morire la gente in mare.

Ce la possiamo fare

Tutto quanto premesso e ricordato, la domanda è: può la parte di questo Paese che ancora crede nei diritti sanciti dalla Costituzione, ovvero chi è laicamente sostenitore dei valori di umanità, fratellanza, solidarietà e riscatto dei più deboli, oppure chi sul piano morale-religioso professa sentimenti di solidarietà e difesa degli ultimi, limitarsi alla compassione, alla preghiera, alla condanna, alla richiesta di dimissioni?

No, non credo che questo basti, perché quello che serve, qui ed ora, è un’azione politica chiara, ferma, da parte della componente politica, associazionistica, sindacale, ecclesiale che si identifica nei valori dell’accoglienza e della solidarietà, che abbia il coraggio della franchezza e spieghi a tutta l’Italia che siamo uno dei paesi più ricchi del mondo e che sì, per dirla con Merkel, “ce la possiamo fare ad accogliere una quota di poveri e disperati, ne abbiamo il dovere e le risorse”.

Ma la politica ha bisogno di fatti concreti, sennò si riduce a chiacchiera che delude ed allontana. E i fatti sono che in questa nuova legislatura nessuno ha ripreso in mano la battaglia dell’accoglienza.

Elly Schlein

Ed allora, vorrei dare un consiglio non richiesto alla nuova segretaria del PD:  invece di limitarsi a invocare le dimissioni del ministro dell’Interno, riprenda in mano la proposta di iniziativa popolare “Ero straniero” e chieda a tutti i deputati dell’opposizione – a qualunque partito appartengano, ivi compresi quei grillini che votarono i salviniani Decreti sicurezza– di firmarla e ripresentarla, esigendo la corsia prioritaria per la discussione.

Basta essere complici

E siccome non tutto può essere delegato alla politica nel Palazzo, sarebbe altrettanto importante che sindacati, associazioni nazionali ecclesiali e di volontariato, mondo civico e Terzo settore promuovessero una diffusa iniziativa per sostenere una buona legge per l’accoglienza, raccogliendo le firme nei posti di lavoro, nei convegni, nei teatri, davanti alle scuole ed alle università, all’uscita delle messe, ecc.: insomma, meno twitt, meno dichiarazioni a go-go, meno invettive, meno sermoni e più militanza e mobilitazione civica su una piattaforma netta che metta a sistema la metodologia ormai sperimentata dei corridoi umanitari.

In attesa che in Europa si trovino gli accordi necessari per una gestione comunitaria dei flussi di immigrati (e sappiamo bene quanto siano difficili e lunghe le intese europee), l’Italia può e deve dare risposte che ci mettano al riparo dal naufragio della nostra stessa umanità: forse per nessun altro dramma come per quello delle ripetute morti di profughi e migranti l’inerzia e l’indifferenza costituiscono una imperdonabile complicità.

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